giovedì 29 agosto 2013

Cover Reavel: La carezza del destino di Elisa S. Amore

Finalmente una buona notizia!
 A ottobre uscirà il primo romanzo di Elisa S. Amore, inizialmente autopubblicato e che ora ha trovato una casa, infatti la Casa Editrice Nord ne ha acquistato i diritti. Ora, però, la nostra cara autrice ha bisogno di un consiglio e conta sul nostro aiuto: le hanno proposto la copertina in 3 colori differenti.
La mia preferita è quella rossa, sarà il contrasto tra il rosso del vestito e il nero dello sfondo, ma è davvero incantevole; un mix di passione e amore concentrati in un'unica copertina!
Sarete sicuramente impazienti di dare il vostro contributo quindi vi lascio il link per votare! COVER

lunedì 26 agosto 2013

Librando all'italiana con Elisa Vangelisti

Librando all'italiana con Elisa Vangelisti


Per chi non lo sapesse "Librando all'italiana" è una nuova e frizzante rubrica in cui avrete l'occasione di conoscere da vicino alcuni autori italiani che meritano di far sentire al mondo la loro voce! 

Eccoci qui con la prima puntata della mia rubrica , e devo dirlo, sono emozionata! Ma ho come prima ospite una scrittrice il cui libro mi ha semplicemente stregato: Elisa Vangelisti.

Ciao carissima, e benvenuta sul mio blog, vuoi presentarti un po’ ai miei lettori?
Ciao Roberta, diciamo che posso presentare i miei libri, più che me stessa. Tutto ciò che serve sapere su di me è già spiegato lì! La cosa più importante che ricordo quando cito i miei dati di base è che leggo e scrivo da sempre e che ho tre figli che amo tantissimo.

Elisa io ti ho conosciuto per “Il Ragno e l’Iguana”, parlaci di questo meraviglioso romanzo e degli altri libri della saga. La saga comprende quattro volumi contenenti tematiche collegate, ma diverse. “Il Ragno e l’Iguana” è la storia di un incontro fra due esseri diversi che sembrano incompatibili e del loro percorso per riuscire invece a rimanere insieme. Alla fine saranno proprio le loro differenze a farne una coppia perfetta. Dopo questo romanzo ho voluto approfondire il passato di Gabriel (l’Iguana),

perciò è nato “Il nono cielo”, che si svolge dieci anni prima e racconta il suo passato e quello di suo padre. Successivamente ho ripreso a raccontare la storia della coppia nel sequel “Un posto dove andare”, che riprende la narrazione dodici anni dopo il loro incontro, osservandoli alle prese con momenti di vita di coppia piuttosto significativi. Se nel primo romanzo non c’erano punti di svolta, qui ne troveremo tanti da compensare abbondantemente la situazione. Infine “L’amore non muore mai”, romanzo conclusivo a distanza di tre anni dal sequel, dove una panoramica generale di tutti i personaggi avrà modo di raccontare e di raccontarsi, tramite il filo conduttore di due protagonisti diversi, ma forse ancora più interessanti.

I tuoi personaggi sono stati creati ispirandosi a persone reali oppure hai deciso da zero come dovevano essere?
Nel mio enorme egocentrismo ho creato il Ragno e l’Iguana esattamente come me: fragili e forti, saggi e infantili, egoisti e generosi, insicuri e decisi… questo caratterialmente. Poi, aumentando il numero di personaggi, mi sono ispirata ad altre persone che conosco. Fisicamente, invece, immaginando la mia coppia ho scelto Jodie Foster e Ian Somerhalder. Jodie perché è un’attrice che amo molto, da sempre, e fisicamente è proprio Rynn. Tra l’altro, in un film girato da giovanissima, il suo personaggio si chiama così. È tratto da “Quella strana ragazza che abita in fondo al viale” di Laird Koenig che mi passò un’amica ai tempi della scuola e che ho acquistato usato proprio oggi. Ian perché quando ho iniziato a scrivere ero fan della serie televisiva “The vampire diaries”. 




Qual è il personaggio al quale ti sei più affezionata? E ce n’è, invece, uno su cui ha faticato durante la costruzione?Il personaggio a cui mi sono più affezionata è Gabriel Johnson, tutto ruota attorno a lui. E’ il mio uomo perfetto, almeno dal mio punto di vista. Quello più difficile da creare è stato uno degli ultimi protagonisti: Timothy Redgrave. È presente solo nell’ultimo libro, ma è molto giovane, complesso e contraddittorio, mentre Gabriel, tutto sommato, è piuttosto lineare e semplice. Basta saperlo prendere!

C'è qualcosa di autobiografico nella vicenda che narri?
Tutto! Non nel senso che mi è successo tutto ciò che accade, ma le emozioni sì. Sono fatti comuni alla vita di molti, in cui chiunque si può riconoscere, nonostante vampiri e sensitive di mezzo. Come diceva il mio insegnante di Lettere delle medie Ireneo Lusuardi, per non sbagliare bisogna scrivere di ciò che si conosce e io mi interrogo di continuo, perciò credo di conoscermi bene.

Leggendo ho notato che il libro è pieno di sfumature e sottigliezze; qual è il messaggio che vuoi far arrivare ai lettori?
Sai che al messaggio non ho proprio pensato? Sarebbe bello poterlo dire, però! In realtà ho scritto per me, per raccontare una storia che mi piaceva. Di tanto in tanto mi perdo, nella narrazione, facendo quelle che io chiamo le mie “digressioni filosofiche”, ma non è una forma di messaggio per nessuno, quanto un chiarimento personale, una specie di diario. Rifletto su ciò che racconto e ne traggo non tanto delle conclusioni, quanto delle deduzioni. Scrivere è un modo per chiarire la mente, per fare ordine. Se qualcuno condivide i miei pensieri, meglio così! In realtà non amo dare risposte, quanto fare domande, sollevare dubbi. Sono dispettosa!

So che hai appena firmato un nuovo contratto con la Youcanprint , ma se dovessimo volgere per un momento lo sguardo al futuro: hai già delle idee per un nuovo romanzo?
Un progetto nuovo c’è già, anche se per ora ho scritto meno di cinquanta pagine. Durante questi anni di saga avevo qualche idea sporadica e me la appuntavo, così ora la posso sviluppare. È un paranormal romance, ma niente vampiri. Troppo presto dare qualunque anticipazione, anche perché, come sempre, usando una scrittura istintiva non so bene quali e quanti fatti accadranno. Ad

esempio non ho ancora né un titolo né un finale.

So che scrivi anche poesie, ce n’è una a cui ti senti più legata e che vorresti condividere con noi?
Anche se ho le mie preferite, non ce n’è una in particolare. Sono legata a quelle che rievocano determinati momenti della mia vita e parecchio a quelle più recenti. In genere sono dure e molto tristi, ma con voi voglio condividere la prima. Quando avevo nove anni, Maria Magnanini, la mia maestra elementare, chiese alla classe di comporre una poesia ciascuno. La mia eccola qui.
La brina
Non è neve,
ma è sua sorella.
Somiglia a diamanti:
lucenti, brillanti.
Che cos’è?
E’ la brina,
cristallina,
che il sole scioglierà.

Cos’è significa per te la scrittura? Hai un luogo dove preferisci scrivere?
Di cosa significa la scrittura ho già parlato, ha un effetto liberatorio e mi serve per riequilibrarmi nei momenti di stress. In genere prediligo scrivere sul mio letto, ma col portatile mi sposto dappertutto. Scrivo in silenzio, però, niente musica né rumori di nessun genere. Non riesco a concentrarmi.

Quando scrivi punti di più al linguaggio dei tuoi scritti o miri al contenuto?
Il mio linguaggio, lo hai visto, è piuttosto semplice. Cerco il più possibile di esprimermi in maniera realistica, ma spero che si sia notata la differenza tra i personaggi: Rynn è moderna, ma le piace leggere e ha un padre colto, quindi non può essere troppo scorretta nel modo di parlare. Gabriel è nato diversi anni prima e, anche se si è adattato piuttosto bene, cerca sempre di esprimersi con proprietà, soprattutto perché il padre Alexander all’etichetta tiene moltissimo. Non so se qualcuno ha mai fatto caso, ad esempio, che i Johnson non dicono mai “cosa c’è”, ma “che cosa c’è”. Tanto per dirne una. Il contenuto può essere stupendo, ma se il linguaggio non “trasmette” emozioni e sensazioni, serve a ben poco. In genere durante la prima stesura scrivo liberamente e in un secondo tempo affino, sostituisco termini, controllo le ripetizioni. Sono fasi a cascata. Difficile scrivere bei pezzi subito, d’istinto. Anche se, in particolari momenti di grazia, accade!

Di solito cosa ti piace leggere? Autori preferiti? Ti sei ispirata a qualcuno di loro per scrivere i tuoi romanzi?
Durante gli anni ho letto generi diversi: fantascienza, horror, gialli, romance, romance storici. Al momento sono completamente sedotta dal paranormal romance e l’autrice più presente fra tutte è Stephenie Meyer. Sono stata criticata per questo, ma scommetto che se mi fossi platealmente ispirata, che ne so, a Shakespeare nessuno avrebbe avuto da ridire. L’ispirazione è solo questo, non vuol dire che io vorrei scrivere come lei. Della Meyer mi piacciono le idee. Come stile di scrittura, J.R.Ward è molto meglio, ad esempio. E non ho mai letto Shakespeare…

Per finire hai un consiglio da dare a tutti i giovani scrittori?
Non sono brava con i consigli, me la cavo meglio con i sogni, perciò l’unica cosa che mi sento di dire è: prova, prova, prova. Finchè la bilancia pesa più dalla parte del sorriso. Quando invece hai dato il meglio di te, ma le soddisfazioni non mitigano più le delusioni, allora è meglio lasciar perdere.



Spero di non averti torturato e annoiato con tutte queste domande! E grazie mille per questa splendida opportunità!Le domande esigono risposte e chi scrive ama raccontare. Se mi si lascia carta bianca ne approfitto molto volentieri! Grazie a te, Roberta, per avermi concesso un po’ di spazio.

domenica 25 agosto 2013

Nuovissima rubrica in arrivo-->Librando all'taliana!

Librando all'italiana

Io l’ho sempre detto che le migliori idee vengono di notte! E l’idea di questa rubrica è nata qualche notte fa, quando la noia mi stava divorando e io avevo bisogno di fare qualcosa perchè non avevo assolutamente sonno. E cosa c’è di meglio se non andare alla ricerca di un nuovo libro su amazon? La cosa interessante e che mi sono imbattuta in talmente tanti libri di autori italiani, che mi sono chiesta: " Perchè non li avevo mai visti in libreria? Perchè non sapevo neanche della loro esistenza, eppure avevano trame davvero belle e originali!".
E, dunque in un eccesso di patriottismo e di stanchezza, è nata: Librando all'italiana. 
Il mio scopo è quello di far conoscere, nel mio piccolo, attraverso questa rubrica che anche l'italia ha scrittori validi. Si,è ho una voglia matta di presentarveli attraverso interviste e recensioni,  e farveli amare perchè ne vale la pena.

Era da giorni che mi torturava questa fantastica idea, ma ogni cosa prima doveva essere pensata e preparata scrupolosamente. E oggi finalmente può diventare reale.
Auguratemi buona fortuna ;)



sabato 24 agosto 2013

Divergent presto film!

OK. Non sono semplicemente su di giri. Di più!
No, non sono pazza. Ho appena finito di guardare per la centesima volta il teaser trailer di Divergent ! 13 secondi di pura emozione. 
Basta chiacchiere, e buona visione! (Grazie mille a " L'Ora del Libro di Anita Book" per la fantastica scoperta!)



giovedì 22 agosto 2013

Recensione: Le streghe di East End

Le streghe di East End


Titolo: Le streghe di East End
Autrice: Melissa de la Cruz
Casa editrice: Leggere Editori
Prezzo: 10.00
Pagine: 394
Voto: e mezzo

"Sembrava che, quando la guardava, sapesse esattamente chi era e com'era fatta. Una strega. Una dea. Non di questa terra, ma neppure estranea a essa. Una donna da amare, temere e adorare."

Trama:

A volte la vita è fatta di pura magia... a volte c’è solo una possibilità per ristabilire i fragili equilibri fra il bene e il male. E ora tutto dipende dalle Beauchamp. È settembre e le tre donne si sono da poco trasferite a North Hampton. Sulla cittadina sembra regnare la calma; tuttavia, quando la comunità viene sconvolta da morti e scomparse misteriose, e gli occhi di tutti sono su di loro, dovranno decidere da che parte stare e riprendere in mano il loro destino. Da secoli hanno rinunciato ai propri poteri: Joanna può resuscitare i morti, Ingrid prevede il futuro, e Freya ha una pozione magica per ogni pena d’amore. Ora il tempo stringe, ed è giunto il momento di recuperarli... Fra misteri, forze oscure da placare, sensualità e vero amore, si muove questa avventura dal ritmo incessante e irresistibile.

Autrice:

Melissa de la Cruz è una scrittrice filippina cresciuta tra Manila e San Francisco. È autrice di numerosi best seller acclamati dalla critica, romanzi per ragazzi, tra cui le serie Au Pairs, Ashleys, Angels on Sunset Boulevard, e la serie Sangue Blu, pubblicata in Italia con grande successo da Fanucci Editore. Le streghe di East End è il primo romanzo di una saga accolta con grande calore dal pubblico americano, e nella quale appaiono alcuni personaggi della serie Sangue Blu.




Recensione:

Alla fiera del libro, rovistando tra le super offerte di libraccio mi è scivolato tra le mani un romanzo di una scrittrice che ho molto amato. Come se lui avesse scelto me e non il contrario. Questo pensiero mi continuava a ronzare per testa e non riuscendo più a concentrarmi su altre trame, ho capito che era meglio dargliela vita. L’ho acquistato immediatamente. E ne sono rimasta piacevolmente sorpresa. 

"Qui? Adesso? Stava davvero entrando in bagno con un altro uomo - il fratello del suo fidanzato - alla sua festa di fidanzamento?"

Con le “Streghe di East End” Melissa de la Cruz ci ha regalato un nuovo romanzo fresco e sensuale, in cui leggende e streghe si incontrano per ammaliarci e tenerci incollati fino all’ultima pagina. La storia è ambienta in un piccolo villaggio, North Hampton, dove finalmente le Beauchamp vivono tranquillamente sotto lo stesso tetto. Freya, bella e sensuale, è la barista di un locale. E ha trovato il grande amore: Bran, un uomo ricco, bello e intelligente. Insomma il principe azzurro che ogni donna sogna. Ma alla sua festa di fidanzamento incontra Killiam, fratello del suo amore, che con un solo sguardo la fa sentire viva e le fa provare ciò che tanto tempo fa, all’alba dei tempi,aveva provato per il solo uomo da lei amato. Ingrind, invece, lavora nella biblioteca della città e sta cercando di trovare un modo per evitare che essa venga chiusa. E’ una donna dall’animo gentile, sempre pronta ad aiutare il prossimo, ma non si lascia mai andare. E infine c’è Joanna, madre delle due ragazze, che ha come hobby la ristrutturazione della sua casa e nel corso della storia si affeziona a un bambino, Tyler, che gli ricorda molto il gemello di Freya. Le tre affascinanti donne nascondono un oscuro segreto: Joanna può resuscitare i morti, Ingrind prevede il futuro, e Freya prepara pozioni d’amore. Sono streghe, ma da secoli è stato vietato loro di usare i poteri; fin quando la Beauchamp più giovane trasgredisce questa restrizione e ben presto anche la madre e la sorella si lasceranno tentare. Contemporaneamente la piccola cittadina sembra essere minacciata da una forza antica e cattiva, e le tre streghe cercheranno di scoprire di che cosa si tratta, ma soprattutto chi si cela dietro a tutto ciò. Nel finale tutte le certezze andranno distrutte, rimescolate e le tessere del puzzle verranno finalmente rimesse al loro posto. Si potrebbe dunque definire un finale eccezionale se non fosse che mi è parso un tantino confusionario e frettoloso , e mi duole dirlo, ma la scrittrice ha davvero peccato.
Nonostante la voce delle tre ragazze si alterni, che in altri casi può risultare pesante, la De La Cruz ci ha deliziato con la sua abilità narrativa e ha reso il romanzo leggero. Il suo stile semplice è in grado di rapire il lettore, forse è per questo che mi piace tanto. La nostra cara scrittrice, come ben sappiamo, ama inserire sempre un po’ di religione, e stavolta ha intrecciato con la storia i miti e leggende norrene in modo davvero impeccabile, anche se a volte avrebbe dovuto dare qualche spiegazione in più perché non tutto era scontato. 

Ormai mi ha incantata e dunque non mi resta che aspettare il seguito! =)

martedì 20 agosto 2013

"Gli artigli del diavolo" di Maria Elena Gattuso

Finalmente la mia cara Maria Elena Gattuso, dopo "Il ragazzo del destino" ( da me recensito) ritorna sulla scena con una nuova ed emozionate storia! Questa volta si tratta di un giallo dalla trama affascinante in cui  morte e mistero si intrecciano con i miti e le leggende del capoluogo fiorentino.
Presto avrò il piacere di leggerlo, ma conoscendo l'abilità dell'autrice sicuramente sarà una lettura più che piacevole. Nel frattempo vi lascio la trama che di sicuro vi intrigherà! 




« C’è una leggenda sul Duomo di Pisa… » esitò il ragazzo, incerto se proseguire o meno.
« Racconta »
« Sul lato nord, a sinistra della facciata, su un blocco di marmo di origine romana, si trovano una serie di piccoli buchi neri. Secondo la leggenda si tratterebbe dei segni lasciati dal diavolo quando si arrampicò sul Duomo per fermarne la costruzione. Vengono chiamati “artigli del diavolo” »
« Devo vederli » decise Lucrezia d’impulso.
[...]
« Hanno una particolarità. »
« E sarebbe? »
« Non riesci a contarli » rivelò « Ogni volta che ci provi, non sono mai gli stessi e viene fuori un numero diverso »
« Dici sul serio? »
Il giovane abbozzò un sorriso.
« Fu uno scherzo del diavolo » spiegò « È così che fece impazzire l’architetto»



Titolo: Gli Artigli del Diavolo
Autore: Maria Elena Gattuso
Editore: Narcissus
Formato: Ebook - pdf
Pagine: 46
Anno di Pubblicazione: Agosto 2013
Prezzo: € 1.99 
Dove acquistarlo: Qui

Trama:

"Penso che se il diavolo non esiste, ma l'ha creato l'uomo, questi l'ha creato a sua immagine e somiglianza" (F. Dostoevskij - I Fratelli Karamazov) Lucrezia, un'aspirante giornalista che si occupa di necrologi, si ritrova coinvolta in un bizzarro mistero: un certo Filippo Ricasoli ha scritto la biografia di Orazio Bischerri, ex vice sindaco di Firenze, predicendone la morte ancora prima che avvenisse, rubandole così l'esclusiva. Come se non bastasse, qualcuno sta utilizzando la storia del fantasma di Firenze per sterminare tutti i membri della famiglia Bischerri in un modo assai singolare: 66 aghi sulla schiena. Aiutata da un ex compagno di scuola e da una guida turistica incontrata per caso, Lucrezia si troverà immersa in miti e leggende che hanno da sempre popolato la città fiorentina e non solo.Gli attori in scena saranno travolti in un gioco surreale, macabro, manovrato da una mente acuta e sottile... ma è umana o eterea? E cosa nasconde la leggenda degli Artigli del Diavolo?

Che ne pensate?


lunedì 19 agosto 2013

Recensione: " Il ragno e l'iguana" di Elisa Vangelisti

Il ragno e l'iguana



Titolo: Il ragno e l'iguana
Autrice: Elisa Vangelisti
Casa editrice: Youcanprint
Prezzo: 18.00
Pagine: 524
Voto:

"Gli occhi azzurri erano luminosi come non mai, forse per il riflesso delle sue emozioni, che peraltro riuscivo già a vedere."
Trama:
Romanzo dallo stile moderno, brillante, riflessivo e a tratti ironico, ricco di metafore e di citazioni: da Guardia del corpo a Madonna, da Barbablù a Campanellino. Il titolo si rifà ai due protagonisti, i sedicenni Rynn e Gabriel: appunto, il ragno e l'iguana. Rynn ha un dono: è una sorta di sensitiva. Gabriel invece è un vampiro, ma non è il "solito" succhiasangue, si accontenta di quello della sua ragazza. Vivere una storia d'amore con questi presupposti creerà loro non pochi problemi, soprattutto perché il vampiro ha comunque un lato oscuro e aggressivo.


Autrice:
Elisa Vangelisti nasce a Reggio Emilia nel 1965. Vive e lavora a Sassuolo, con il marito e i tre figli. Il Ragno e l’Iguana è il suo romanzo d’esordio, una storia d’amore raccontata attraverso un fantasy, ambientata in Nevada (Stati Uniti) nel 2010.


"Poi la mia bolla di sapone scoppiò, ma, guardando il mio vampiro, la realtà forse era anche meglio".




Recensione:
Rynn ha sedici anni e possiede un dono particolare: può sentire le emozioni degli altri. Fin dalle prime pagine mi sono sentita molto legata a questo personaggio, ho provato una gioia immensa quando Gabriel per la prima volta le ha parlato, stavo scoppiando di felicità quando si sono baciati ed ero emozionata quando sono andati a Las Vegas… ho provato tante altre emozioni con sfumature diverse tra loro ma non meno intense delle prime. Di lei ho adorato il suo essere semplicemente umana e il suo crescere poco a poco imparando ad amare senza riserve quello che è il diverso: Gabriel. Si, perché Gabriel è un vampiro, eppure si amano. E nonostante il loro si possa definire un amore speciale, loro lo sanno vivere con semplicità: accettandosi. Gabriel con la sua continua mania di essere cauto, il suo essere gentile e comprensivo mi ha stregato, ma l’ho amato ancor di più ogni volta che perdeva il controllo!
Le prime pagine di questo libro non sono proprio originalissime, perché sembrano la fotocopia di twilight, ma poi la trama acquista una direzione tutta sua che ti fa volare in una storia d’amore magica, che ti fa sognare e non è mai troppo smielato e sdolcinato. Forse a volte è un po’ ripetitivo, ma non cade mai nel banale. I personaggi sono incredibilmente realistici, e non si possono che amare dal primo all’ultimo; ma il mio preferito è Maya: credo che sia una donna fantastica, paragonabile ha un raggio di sole, ha un modo tutto suo di aiutare Rynn e capisco anche il motivo per cui sia Gabriel che Alexander se ne siano innamorati.
Il suo stile è semplice, scorrevole e leggero e la descrizione dei luoghi e degli ambienti è chiara, anche se ho trovato che forse sono stati “ italianizzati” un po’ troppo.
Il finale mi ha lasciato un po’ l’amaro in bocca, forse è questa l’unica grande pecca nel complesso, ma siccome so che esiste un seguito mi sono un po’ tranquillizzata e non vedo l’ora di averlo tra le mani!
Ho atteso intrepida l’arrivo di questo romanzo nella mia bella casuccia, e quando finalmente è giunto ho fatto del mio meglio per non divorarlo come al mio solito, ma cercando di gustarlo lentamente cogliendo tutto ciò che poteva offrirmi: uno storia d’amore con i fiocchi! E forse è stata un po’ la mia rovina perché me ne sono completamente innamorata.

venerdì 16 agosto 2013

Recensione: Fiore di neve e il ventaglio segreto

Fiore di Neve e il ventaglio segreto


Titolo: Fiore di Neve e il ventaglio segreto
Autrice: Lisa See
Casa editrice: Longanesi
Prezzo: 6.90
Pagine: 330
Voto:


Il vincolo tra laotong era completamente diverso dal legame tra sorelle giurate. Univa due ragazze nate in villaggi differenti e durava per l'intera vita.

Trama:
Lo sfondo è la Cina del XIX . Quando mogli e figli ancora avevano i piedi fasciati e vivevano in uno stato di isolamento pressoché totale. Quando le donne di una remota contea dello Hunan ricorrevano a un codice segreto per comunicare tra loro e si scambiavano lettere tracciare a pennello sui ventagli o messaggi ricamati sui fazzoletti, e inventavano racconti, sfuggendo così alla propria reclusione, per condividere speranze, sogni e conquiste. E uno di quei ventagli porta ancora il segreto del tragico equivoco che ha amaramente segnato un legame lungo una vita, quello tra Giglio Bianco e Fiore di Neve, la sua Laotong, l’amica del cuore, le cui vite un tempo erano così intimamente legate. Ora, ottuagenaria e tormentata dai rimorsi, Giglio Bianco ripensa al proprio passato e a Fiore di Neve, scomparsa ormai da molti anni. Prima di morire, infatti, desidera onorare l’amica raccontandone la storia, rivelando la verità.

Autrice:
Lisa See, nata nel 1955, giornalista americana di origine cinese, ha raccontato la storia della sua famiglia in La montagna d’oro. Presso Longanesi sono disponibili anche: In una rete di fiori di loto, La ragazza di Giada, Le ragazze di Shanghai. Il sito internet è: www.lisasee.com


"Sii casta e arrendevole, pacata e virtuosa nei tuoi atti; tranquilla e piacevole nelle parole; fine e misurata nei movimenti; perfetta nei lavori manuali e nel ricamo".


Recensione:
Nella tristezza mi hanno detto che ci si può annegare, è vero.
Io per non annegarci trovo rifugio nei miei fedeli libri e con loro parto per una nuova avventura e questa volta mi sono avviata verso una Cina dove donne e bambine avevano i piedi bendati e vivevano in uno stato di isolamento pressoché totale. Per sfuggire alla loro reclusione utilizzavano il nu shu, la scrittura segreta delle donne, ed è proprio questo antico e bellissimo linguaggio fatto di sfumature e sottigliezze ad unire due bambine, Giglio Bianco e Fiore di Neve, e poi ad allontanarle.
La prima è una bambina povera il cui più grande sogno era quello di ottenere un po’ di amore. Sperava che la madre si accorgesse di lei e gli altri membri della famiglia imparassero ad amarla. Sapeva che non era opportuno desiderarlo o aspettarselo, né da bambina né da adulta, ma non poteva farne a meno. E pur di ottenere un piccola manifestazione di gentilezza si adeguava alle loro aspettative: lasciò che le venissero spezzate le ossa dei piedi in silenzio. Ma proprio grazie a questi piedini riuscì ad ottenere un buon matrimonio e a trovare una laotong, Fiore di Neve, la sua migliore amica, la sua “vecchia se stessa”.
Fiore di Neve, nipote di un erudito di rango jin shi,viveva in una situazione economica e sociale assai diversa da quella della sua laotong. Per quanto diverse le due bambine si completano e insegnano nuove cose l’una all’altra: Giglio Bianco la istruisce sulle faccende domestiche e lei le insegna l’arte del ricamo e del nu shu.  Nonostante le traversie che dovrà affrontante il suo cuore è grande ed è pronta a donarlo alla sua compagna di scritture senza riserve, come quel ventaglio che le regalò prima ancora di incontrarsi e che sarà testimone di tutte le gioie e i dolori delle loro vite .
Quando ho voltato l’ultima pagina e mi sono accorta che era finito il libro il mio cuore era triste mi sentivo esattamente come una Giglio Bianco ormai ottantenne e ho iniziato a riflettere non solo sulle condizione della donna nel contesto sociale di oggi e di ieri (che ha ottenuto lottando con le proprie forze non solo la libertà, ma anche una dignità e il rispetto), ma anche sull’amicizia perché è un dono prezioso. Quel sentimento sincero che noi offriamo e riceviamo non è che una delle tante forme di amore e Giglio Bianco ne era avida. Per lei era così prezioso da non poterlo condividere con nessuno e proprio questo suo egoismo che la porta ad allontanare la sua sola anima gemella. Quindi ho capito che l’amicizia, quella vera, è una rara perla da custodire con amore e saggezza, senza mai cadere nell’eccesso.
Lo stile è scorrevole e coinvolgente. E  la ricercatezza del linguaggio è impressionante!  I personaggi sono ben descritti e soprattutto ben costruiti, sicuramente frutto di un lavoro meticoloso. Molto spesso assume stile diaristico, ma mantiene un ritmo incalzante così da mantenere viva l’attenzione del lettore. All’inizio ho trovato difficile immedesimarmi nel  libro perché così pieno di sofferenza e dolore da sembrare così lontano e irreale.  E poi il loro mondo per qualche ora è diventato il mio, l’ho scoperto fino in fondo: costumi, usanze… e me ne sono innamorata.